Spesso non è facile convincere i bambini ad andare a scuola, ma talvolta non è facile farlo nemmeno con gli adolescenti. Chiediamoci però sempre perché questo accade, e soprattutto in quali circostanze.
Se un bambino manifesta segnali si svogliatezza verso le attività scolastiche, può essere poco interessante la materia, o l’insegnante. Allora promettiamo al bimbo che le attività nelle quali sarà coinvolto sono più interessanti del giorno precedente, e parliamo con il docente trovando delle soluzioni.
Quando però il bambino manifesta fenomeni di malessere fisico, come mal di pancia, o fare la pipì continuamente, o piangere in modo isterico, forse è il sintomo di qualcosa di diverso. Parliamone con linsegnante. Anche in scuole con bambini molto piccoli, possono esistere fenomeni di bullismo, e prima di accusare il bambino, valutiamo che il suo comportamento non sia il risultato di un capriccio.
Con un adolescente è diverso. Il rapporto che si instaura con un genitore o una figura di riferimento è quasi paritario, e il discorso che va fatto presume unanalisi attenta del periodo difficile che stiamo attraversando nel mondo del lavoro. Se il ragazzo sta passando un momento complicato come è tipico della fase adolescenziale, il contatto con una persona adulta, ma diversa dal genitore può aiutarlo a capire che quello che vuole fare davvero nella vita non è restare a casa, ma studiare e poi cercare un lavoro adeguato alle proprie attitudini. E, in ogni caso, anche se si volesse fare il cameriere, è pur sempre consigliabile prendere un diploma e imparare almeno una lingua. Che il sacrificio è essenziale e indubbiamente sarà ripagato.
Quando si incoraggia qualcuno a studiare, è meglio non fare pressioni, ma fargli valutare quali sono i pro ed i contro di un’istruzione adeguata. È vero che oggi anche la laurea non basta a fare il lavoro dei sogni, ma l’istruzione è alla base della conoscenza, e il titolo di studio va conseguito, intanto, per ottenere una soddisfazione personale. Superare un esame significa affrontare una delle prime prove serie della propria vita di adulto, e abbandonare la scuola vuol dire rinunciare a combattere e deporre le armi.
Insieme a tutto ciò, non dobbiamo dare per scontato che i figli seguano le nostre impronte, anche se, essendo medici, ingegneri o notai, avrebbero in parte il percorso agevolato dello studio già avviato.
Dobbiamo capire se saltare la scuola, per loro, ha significato rispondere ad un momento di noia cercando levasione, o se il motivo che si nasconde dietro la svogliatezza ha radici più profonde. A volte i genitori sono gli ultimi a sapere ciò che spinge un figlio ad allontanarsi dallistruzione, ma possono far riferimento ad un insegnante affidabile, ad un parente, o ad un amico assennato che intuisca le parole non dette o li induca a confidarsi. I giovani, soprattutto, si conquistano solo con la fiducia e con lascolto, e non ponendoci come dei nemici o dei modelli con cui competere.
Quindi, prima di rimproverare un figlio che ha saltato la scuola (e aver notato per quanti giorni è successo), o sta decidendo seriamente di lasciarla, aspettiamo che ci esprima i suoi dubbi e prepariamoci a confutarli con logica e praticità, ma non arroganza.
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