E’ partito il nuovo redditometro, lo strumento dello Stato per riuscire a individuare e a sanzionare gli evasori completi o parziali. Rispetto alla versione precedente è stato rivisto e corretto per venire incontro ai cittadini e colmare alcune lacune importanti che lo rendevano insoddisfacente.
Uno dei punti chiavi del redditometro è da sempre il valore dello scostamento tra il reddito che viene ufficialmente dichiarato e la capacità di spesa effettiva, che viene calcolata sulla base delle spese documentate effettuate dal contribuente.
Con il nuovo Redditometro, se il gap supera il 20% il contribuente è soggetto a due verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate prima di passare all’accertamento vero e proprio, che con la nuova formula non prenderà in considerazione quelle che sono le medie Istat, che tanto avevano fatto discutere con la versione precedente del Redditometro, ma si baserà esclusivamente sulle spese effettive e documentate. Ovviamente se il contribuente non renderà disponibili le informazioni relative alle spese eccessive, il Fisco dovrà necessariamente basarsi sui dati statistici dell’Istat per arrivare a una determinazione complessiva del reddito.
La procedura prevede che prima di passare all’accertamento fiscale vero e proprio l’Agenzia delle Entrate chieda un doppio contraddittorio al contribuente, che dovrà essere in grado di giustificare le sue spese, apparentemente al di sopra dello stile di vita che si potrebbe permettere secondo quanto dichiarato; se i due contraddittori non dovessero andare a buon fine, il passo successivo è l’accertamento finanziario vero e proprio.
Il contraddittorio è quindi incentrato su dati certi, per ridurre al minimo la possibilità di presunzioni e il contribuente è tenuto a dimostrare che le spese sostenute siano in linea con quanto dichiarato, sulla base di eventuali redditi non soggetti al regime d’imposta o soggetti alla ritenuta alla fonte, portando anche le prove documentarie di eventuali errori di calcolo del Fisco; se la questione non dovesse risolversi alla prima chiamata, il contribuente viene invitato a presentarsi una seconda volta per la verifica del maggior reddito imponibile accertabili e delle relative imposte, con proposta di conciliazione e pagamento di quanto dovuto.
Solo se le parti non dovessero arrivare a un accordo al contribuente verrà recapitato l’avviso di accertamento finanziario.
Il nuovo Redditometro potrà essere utilizzato esclusivamente sui redditi relativi agli ultimi quattro anni, ovvero dal 2009, mentre per quelli antecedenti si continuerà a utilizzare la versione precedente; secondo alcune previsioni il nuovo strumento porterà nelle casse dello Stato un gettito di circa 815 milioni di Euro che corrisponde a circa lo 0,7% del totale evaso in Italia, stimato in circa 120 miliardi di euro, secondo i dati della Cgia di Mestre, che parla di uno sforzo massimo per un risultato tuttavia minimo.