RESTAURATORE è colui che cura la manutenzione volta a recuperare e conservare manufatti del passato come una costruzione, un dipinto, un manoscritto. Il termine risulta di derivazione latina ed è composto da “re + staurare”, in italiano dunque rendere un oggetto solido (= staurare) di nuovo (= re).
Nel tempo il termine restaurare ha subito variazioni nel significato e se nell’antichità indicava una certa manutenzione di un’opera d’arte oppure una sua sistemazione in nuovi contesti, nel Seicento cominciò a significare pulitura e sistemazione/consolidamento di dipinti, intonaci, affreschi.
Nel Settecento e Ottocento nacque lo studio mirato dell’opera d’arte, anche a seguito degli scavi di Pompei ed Ercolano e del ritorno alle opere d’arte della Grecia insieme alla conoscenza dei tesori egizi, dopo la campagna di Napoleone.
Il restauro si avvicina decisamente alla concezione moderna pur nella querelle delle due scuole di pensiero con la convinzione di un intervento di ripristino riconoscibile da un parte, di un’opera rifatta secondo l’idea chi l’aveva ideata dall’altra.
Nel tempo le teorie per il restauro sono state ancora riviste, sino ad arrivare a posizioni possibiliste di mediazione tra la riconoscibilità e il rifacimento delle parti mancanti.
Come diventare restauratore?
A Roma, presso la “Scuola di Alta Formazione dell’istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro” (= I.S.C.R.) è stata istituita la Scuola che ha per fine quello di “formare” gli iscritti con un corso di di durata quinquennale.
A conclusione degli studi, viene rilasciato un diploma con la stessa valenza di quello della laurea magistrale, previa acquisizione di 300 crediti formativi, così come previsto dal regolamento degli studi universitari per tutti gli altri corsi di 5 anni.
Il corso è a numero chiuso, per cui si accede a seguito di concorso pubblico che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali provvede a bandire.
Ci sono da sostenere due prove di carattere pratico/attitudinale (una per testare, se il candidato ha competenza per la manualità e il disegno grafico di un’opera d’arte, l’altra rivolta a individuare la sensibilità verso i colori e le forme) e un colloquio orale, per stabilire le conoscenze relative a storia dell’arte, tecnica per la preparazione dei materiali, biologia, chimica, fisica e lingua inglese (= traduzione orale di un brano).
Gli ammessi a frequentare devono versare un “contributo spese” con una prima rata uguale per tutti (= circa 400,00 euro) e una seconda (= da 350,00 a 1.400,00 euro in relazione al reddito).
Nella frequenza del corso le ore di pratica superano il 60% dell’orario complessivo con attività di laboratorio e prove “sul campo”.
A conclusione degli studi ogni studente discute la sua tesi di diploma di carattere interdisciplinare.
Il diploma è equiparato alla laurea magistrale ed è abilitante a esercitare la professione di Restauratore di beni culturali.
Prezzo: i costi relativi ai contributi da versare (chi dovesse essere fuori sede dovrà calcolare anche quelli di vitto e alloggio)
Svantaggi: non dovrebbero essercene, visto che è una professione che si intraprende per passione
Vantaggi: la soddisfazione di far rivivere la bellezza di un’opera d’arte