Oggi, venerdì 21 giungo, cade il solstizio d’estate. Nel nostro emisfero settentrionale segna l’inizio della stagione estiva.
Estate e inverno iniziano entrambi nei solstizi. Durante il solstizio estivo le ore di luce sono al loro massimo, mentre durante quello invernale sono al loro minimo. L’equinozio, invece, delinea l’inizio delle altre due stagioni, l’autunno e la primavera. Durante l’equinozio il giorno e la notte hanno esattamente la stessa durata.
Solstizi ed equinozi sono probabilmente i fenomeni astrologici più facili da notare sulla Terra in quanto sono caratterizzati per l’appunto dalla durata delle ore di luce. Da sempre i solstizi e gli equinozi hanno avuto una grande importanza. Annunciando la fine di una stagione e l’inizio di un’altra avevano la funzione di calendario, una funzione indispensabile per valutare i cicli annuali della semina e del raccolto.
Oggi, nella nostra società urbanizzata, il solstizio è passato in secondo piano. L’alienazione dai ritmi della natura ci porta a dare per scontato questi processi naturali ciclici che in realtà sono essenziali per comprendere i cambiamenti climatici che determinano le stagioni.
Per comprendere la meccanica del solstizio d’estate bisogna immaginare il funzionamento del nostro sistema solare. La Terra ruota attorno al Sole che rimane stazionario (anche se in realtà si muove pure lui in relazione all’universo), ruotando a sua volta su se stessa.
Grazie a questo movimento ciclico, abbiamo l’impressione che il Sole sorga all’orizzonte durante l’alba, attraversi il cielo durante il giorno e infine si abbassi scomparendo oltre l’orizzonte durante il tramonto. Questo movimento viene definito moto apparente.
Il solstizio estivo (così come quello invernale ed entrambi gli equinozi) dipende proprio dal movimento della Terra attorno al Sole.
Durante la fase del solstizio d’estate, il Sole a mezzogiorno è alla sua altezza massima rispetto all’orizzonte. Inoltre il piano dell’equatore celeste e l’eclittica (il percorso apparente che il Sole compie relativamente alla sfera celeste) si trovano alla loro massima distanza l’uno dall’altra.
Essendo il solstizio uno schema astronomico, non si tratta esattamente di un giorno. È più appropriato dire invece che si tratta di un determinato momento in cui si verificano le suddette condizioni astronomiche.
A causa dell’incongruenza fra l’anno solare e il calendario, la data esatta del solstizio varia di anno in anno. Proprio per via di questa incongruenza ogni quattro anni il nostro calendario aggiunge un anno bisestile per recuperare la differenza.