L’Italia è un paese molto variegato dal punto di vista culturale e delle tradizioni. In molte parti del nostro paese resistono ancora tradizioni millenarie legate a tutta una serie di credenze e di superstizioni che da un lato ci avvicinano al nostro passato, mentre dall’altro ci “impediscono” in un certo senso di espanderci verso un futuro sempre più globale e lontano da tali credenze. Una di queste è la cosiddetta Smorfia, di origine tipicamente campana, napoletana nello specifico, la quale “traduce” in un certo senso l’interpretazione dei sogni in alcuni numeri, nello specifico nei classici 90 numeri da poter giocare al Lotto. Alcuni studiosi sostengono che questa Smorfia abbia origini molto più antiche rispetto a ciò che crediamo, e che quindi nella zona di Napoli sia stata portata attraverso i secoli nelle invasioni da parte dei popoli mediterranei nel nostro paese. Senza dubbio però a Napoli questa tradizione viene vissuta ancora oggi con grande trasporto, soprattutto dalle persone più anziane, le quali vedono in questa credenza popolare una vera e propria “religione parallela” a cui affidare le proprie speranze in un cambiamento repentino di vita.
Come consultare però questo “Libro dei Sogni”, come la Smorfia viene chiamata?
Innanzitutto la cosa fondamentale è sognare, e soprattutto ricordare i sogni una volta svegli non rivelandoli a nessuno al contempo. Inoltre occorre tenere segreti anche i propri numeri che a tali sogni sono legati, non rivelandoli quindi a terzi in quanto, secondo la tradizione, questo porterebbe sfortuna e quindi annullerebbe di fatto la probabilità di vincere al Lotto. Quindi occorre associare ogni fatto, ogni avvenimento dei propri sogni ad un numero ricorrendo proprio alla Smorfia. Alcuni numeri e le loro associazioni sono molto conosciute tra la popolazione campana ed italiana in generale, come l’associazione tra il numero 1 e “l’Italia”, tra il numero 17 e “la disgrazia”, molto conosciuta questa a livello nazionale, tanto da far risultare il 17 numero “sfortunato” per antonomasia nel nostro paese che in ciò si differenzia da molte altre nazioni del mondo dove invece il numero funesto sarebbe il 13, che per la Smorfia rappresenterebbe invece “Sant’Antonio”. Altre celebri associazioni sono quelle tra il numero 22 ed “Il pazzo”, tra il numero 25 e “Natale”, tra il 33 e “Gli anni di Cristo”, di tipica derivazione religiosa, tra il 47 e “Il morto”, tra il 48 e “Il morto che parla”, queste ultime due rese note da una serie di film del celebre attore napoletano Totò, tra il 66 e “Le due zitelle”, o tra il 90 e “La paura”, anch’essa menzionata in numerose opere teatrali e cinematografiche non solo napoletane.
Gli altri numeri e le associazioni ad essi relative si possono tranquillamente conoscere dai libri che trattano della Smorfia o, in modo più “moderno”, attraverso Internet, sui vari siti che trattano dell’argomento relativo all’interpretazione dei sogni. In questo ultimo modo si potrà quindi riportare sui binari della modernità una delle tradizioni più antiche che ancora vive nel nostro paese e che ci fa ancora assaporare un po’ di nostalgia per un passato folkloristico e superstizioso del quale sempre più stiamo perdendo la traccia.
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