La vita quotidiana è sempre più cara e nessuno vuole rinunciare alle comodità e agli agi ai quali si è abituati, per questo molti giovani che studiano ancora, ma non vogliono rinunciare ad una disponibilità economica personale, fanno la scelta di lavorare e studiare contemporaneamente. la cosa è molto diffusa al nord Italia e molto meno al sud, dove chi abbandona la scuola per trovare un lavoro, difficilmente decide di tornarvi. Al nord inoltre, esistono molti più corsi scolastici pomeridiani, soprattutto negli istituti tecnici, questo permette ai giovani di svolgere una normale attività anche con ingaggio a tempo pieno e potersi dedicare agli studi durante le ore serali. Spesso chi fa la scelta di conciliare studio e lavoro vive ancora con i genitori o comunque con un familiare, che lo solleva dalle incombenze domestiche, perché vivendo da soli, oltre al lavoro e allo studio, ci sono gli ovvi lavori domestici da seguire. Personalmente non ho fatto questa esperienza, ma ho seguito le vicende di una ragazza di un piccolo paese della Lombardia che a 18 anni ha cominciato a lavorare in fabbrica a tempo pieno e la sera seguiva i suoi corsi di studio per terminare le scuole superiori. Conciliare le due cose non era semplice e la ragazza ha perso 2 anni scolastici, perché non era facile svegliarsi la mattina alle cinque ed essere lucidi ed attenti alle lezioni serali, nonostante vivesse ancora con i genitori che si prendevano cura della casa, senza sovraccaricare la figlia anche di questi doveri. Se parliamo invece di studi universitari da far conciliare con l’attività lavorativa, il discorso è abbastanza differente. Non tutte le facoltà universitarie prevedono l’obbligo di presenza o quanto meno non a tutte le lezioni, quindi il lavoratore – studente, può dedicarsi agli studi liberamente nelle ore successive al suo lavoro, senza vincoli di lezioni o corsi da seguire. Sicuramente è un compito gravoso anche questo, perché gli studi universitari si presume siano più pesanti, rispetto a quelli delle scuole superiori. Inoltre bisogna considerare che ci sono delle scadenze di esami da dover rispettare, anche per non far lievitare le cifre delle tasse universitarie. Il problema principale degli universitari che lavorano è proprio il ritardo nel dare le materie e quindi l’ovvia conseguenza del fuori corso. Ancora più gravoso il compito di chi studia, lavora ed ha una famiglia, il tempo da dedicare agli studi si riduce maggiormente e vedere l’obbiettivo del conseguimento del titolo di studio così lontano, può far cedere dall’intento di proseguire. Spesso il conseguimento di una laurea permette un avanzamento di carriera, quindi questo dovrebbe essere uno stimolo ad andare avanti e non arrendersi, inoltre se già si svolge una discreta attività lavorativa, poco importa se si impiega qualche anno in più a raggiungere l’obbiettivo. Il lato negativo è sicuramente la stanchezza fisica e mentale e il poco tempo libero che rimane, tra studio e lavoro, ancor più se si è obbligati a frequentare le lezioni. Infine come già accennato, il fuori corso che prevede delle tasse universitarie maggiorate.
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