Cluedo è un gioco da tavola stimolante per passare la serata con gli amici e può essere proposto a chiunque poiché le regole non sono particolarmente complesse. In ogni partita viene inscenato un delitto ed è all’abilità dei partecipanti scoprire chi l’ha commesso, con quale arma e dove.
Si tratta di un gioco, del resto, che diverte grandi e piccoli da generazioni e generazioni, essendo stato creato nel lontano 1948. Merito di un certo Anthony Pratt, impiegato presso uno studio legale in quel di Birmingham.
Da allora ovviamente tanta l’acqua scorsa sotto i ponti, con i diritti del gioco acquisiti dalla Hasbro e l’uscita di una seconda edizione e di una serie quasi infinita di spin-off.
Seconda edizione che ha introdotto una serie di novità quasi storiche, implementando le armi possibili del delitto di 3 elementi ( con l’introduzione di veleno, mazza da baseball, ascia e manubrio) e attualizzando le stanze della casa, sostituendo vani più frequenti nelle ambientazioni di un tempo. Vediamo nel dettaglio come si svolge la partita e come si effettuano i turni.
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Come giocare a Cluedo: regole basi
Preparare il tavolo da gioco con attenzione è importante. È infatti uno dei giocatori a fare questo, quello a cui è uscita la combinazione più alta tirando i dadi. Il giocatore in questione distribuisce i vari tipi di armi nelle nove stanze, divide le carte che indicano gli indiziati, le armi e le stanze in tre gruppi distinti, da ciascuno estrae senza vederla e farla vedere una carta e la ripone nella busta dell’enigma.
Ciascun giocatore (da un minimo di tre a un massimo di sei) sceglie la propria pedina, che impersona uno degli indiziati del delitto, mentre il giocatore prescelto distribuisce le diciotto carte rimanenti (coperte e in senso orario). A questo punto è possibile prima dell’inizio del primo turno fare delle analisi riservate per capire chi si nasconde dietro il delitto.
Inizia il turno chi ha scelto la pedina di Miss Scarlett (se nessuno ha scelto questa pedina sarà il lancio del dado a stabilire che inizia in base al numero maggiore). La pedina si muove di tante caselle in verticale o in orizzontale (ma non in diagonale) in base al numero uscito con i dadi; per poter formulare delle ipotesi è necessario prima raggiungere una stanza, di norma quella in cui si presume sia avvenuto il delitto, e qui sarà collocata la pedina dell’indiziato e l’arma del delitto: l’avversario alla sinistra di chi ha fatto l’ipotesi è tenuto a mostrare una delle carte indicanti il personaggio o l’arma o la stanza, per dimostrare che l’ipotesi è sbagliata, se non ne possiede, toccherà al giocatore successivo far vedere una delle carte. Smentita l’ipotesi si passa la mano.
Man mano che si procede con i turni, molti più indizi verranno fuori e tutte le pedine inizieranno a confluire nelle stanze ritenute più probabili. Chi si sentisse sicuro di avere la soluzione, al posto dell’ipotesi, può lanciare un’accusa; ma a differenza della prima (ripetuta per ciascun turno) quest’ultima può essere fatta una sola volta. Infatti il giocatore che fa l’accusa controllerà il contenuto della busta dell’enigma e se le carte corrispondono a quanto da lui affermato, le farà vedere agli avversari e avrà vinto la partita; in caso contrario non potrà più fare ipotesi e rimarrà in gioco solo per fare vedere una delle sue carte a chi formula l’ipotesi nel turno (può però abbandonare la partita ridistribuendo le sue carte tra gli altri giocatori). A vincere dunque è chi arriva per primo a formulare l’accusa corretta.