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Come evitare di arrossire
Il fatto di arrossire, soprattutto quando ci si trova al centro dell’attenzione o ci si sente sotto osservazione o giudicati dagli altri, e’ una reazione squisitamente psicologica, che riguarda moltissime persone.
Il primo e piu’ efficace modo di combatterla e’ quello di cercare, con astuzia, di controllarla, ma senza volerla sopprimere a tutti i costi.
In una situazione che ci mette in imbarazzo, infatti, più ci concentreremo sull’idea di non voler arrossire, più i battiti cardiaci aumenteranno e ci sentiremo avvampare, diventando dei bei peperoni!
Fondamentale, dunque, e’ non lasciarsi prendere dal panico, concentrandosi sul fatto che non c’è assolutamente nulla di male nel provare sentimenti di disagio o di imbarazzo in talune situazioni e, tantomeno, nell’esternarli: bisogna imparare a mostrare le proprie emozioni senza imbarazzo.
Ciò detto, esistono dei piccoli trucchetti che ciascuno di noi può mettere in atto per evitare la spiacevole sensazione di sentirsi avvampare.
Un ottimo metodo per tenere sotto controllo l’ansia ed evitarne le spiacevoli conseguenze estetiche e’ quello di imparare a controllare il respiro: nelle situazioni di disagio, infatti, respirare profondamente e lentamente aiuta a recuperare la calma.
Utilissimo può essere, anche, anticipare gli argomenti che potrebbero mettere a disagio: essendo preparati a trattarli, il disagio sarà più controllabile.
Se, poi, nessuno di questi consigli anti ansia dovesse condurre ai risultati sperati, c’è sempre la possibilità di ricorrere a piccoli escamotages che ci consentono, quantomeno, di arginare il problema, camuffandolo e distogliendo l’attenzione dall’imbarazzo, in modo da evitare di focalizzarsi su di esso, peggiorando inesorabilmente la situazione.
Parlo, in particolare, del migliore amico delle donne: il make up! Grazie ad un sapiente trucco coprente, infatti, è possibile camuffare parzialmente questo fastidioso problema.
Ma, per chi non ama truccarsi, può essere sufficiente creare un piccolo diversivo, come soffiarsi il naso, celando il viso dietro al fazzoletto, o distogliere lo sguardo per cercare, con noncuranza, qualcosa all’interno della borsa o, ancora, concentrarsi su un gesto come scostare una tenda o spostare un oggetto.
Se, però, il disturbo assume un’entità più grave, con conseguenze invalidanti per la vita sociale dell’individuo, che tende ad isolarsi, è sempre possibile ricorrere ad opzioni terapeutiche vere e proprie. Il disturbo, che in questi casi più gravi assume il nome di eritrofobia, può essere curato con tecniche di rilassamento, con la psicoterapia, con alcuni farmaci (nei casi più seri si ricorre agli anti depressivi), con iniezioni di tossina botulinica (anche se i loro risultati non sono del tutto provati) e, finanche, attraverso il trattamento chirurgico del nervo simpatico.