Anche per le persone meno anglofone, il termine rider è divenuto familiare negli ultimi mesi, così come il vedersi accostare e superare da scattanti ciclisti e motociclisti, armati di casco e zainetto sulle spalle, intenti a consegnare il cibo ancora caldo.
Si tratta di un mercato non privo, a causa anche delle a deregolamentazione iniziale, dei propri aspetti negativi, ma anche capace di proporre un buon numero di offerte di lavoro, sebbene, almeno inizialmente, in modo saltuario.
Inutile rimarcare come l’attività di questi corrieri del buongusto è stata oggetto di infinite polemiche, complice gli incidenti ( si lavora, comunque, su strada) e, in alcuni casi, la mancanza di tutele relative all’attività.
Altrettanto vero, però, che la situazione, negli ultimi mesi, è migliorata, grazie ad una serie di provvedimenti a favore dei lavoratori del settore.
A favorire un certo dinamismo del mercato dei riders, inoltre, la facilità nell’iniziare, la possibilità di gestire i propri tempi e i pagamenti che, in molti casi, avvengono settimanalmente.
Vediamo allora cosa fa il rider e quali sono i suoi compiti, salario e diritti.
Indice Guida Gratis:
Chi è il rider e cosa fa
Il rider è un corriere, preposto alla consegna di cibo, che per muoversi usa una bici o una moto propria o di proprietà dell’azienda o della società per la quale lavora. Può svolgere il proprio lavoro presso ristoranti, trattorie, fast food o pizzerie o può consegnare cibo per una delle tante società che operano nel settore, tra le quali le note ormai un po’ a tutti Glovo, JustEat o Deliveroo.
Requisiti per lavorare come rider
Per diventare rider non sono necessarie competenze specifiche.
Occorre unicamente essere maggiorenni e avere assolto l’obbligo scolastico.
Se richiesto dall’azienda, il rider deve essere auto o moto munito e deve possedere uno smartphone, da cui gestire ordini e consegne.
Il lavoro del rider
Il rider si mette in moto dopo un ordine di consegna, che può pervenire mediante una telefonata della pizzeria, del fast food o del ristorante per i quali lavora o attraverso una notifica sul proprio cellulare o sullo smartphone di una azienda di food delivery a lui affidato.
Allora, il rider si dirige verso il luogo indicato da cui prendere cibo, prende in custodia il cibo e lo porta al consumatore, che rimane in attesa nella propria abitazione o in ufficio.
Il cliente che non ha pagato online il cibo acquistato, può corrispondere il denaro che deve al rider. A quel punto il rider ha finito questa consegna, in attesa di un nuovo incarico.
in sintesi questa l’operatività di questa tipologia di consegne, fermo restando che, naturalmente, esistono modalità differenti: il rider può viaggiare per una solo consegna oppure effettuarne molteplici nello stesso viaggio. Così come operare occasionalmente o prestare servizio continuativo, con consegne fisse o programmate, con cadenza settimanale o anche giornaliera, come avviene, ad esempio, nel caso di uffici o aziende.
Come guadagnare da rider
Ovviamente la bravura del provetto rider sta nell’individuare il miglior percorso, in modo da ottimizzare tempo, consumi e, soprattutto, ridurre l’attesa per il cliente. Per farlo, può far uso di navigatori o app, ma l’ideale sarebbe quello di disporre già di base di una buona familiarità della zona e ed essere dotati di un buon senso dell’orientamento. Il tutto, per quanto sia difficile, rispettando il codice della strada e muovendosi in maniera prudente, in modo che contenitori e scatole non finiscano a gambe all’aria.
Le difficoltà di lavorare da rider
Non si tratta, però, di un lavoro facile. Si tratta di una mansione che prevede un buon livello di stress, dovendo aggirarsi, in bici o scooter, tra auto in corsa, pedoni, spesso negli orari di punta, rispettando i tempi di consegna e dovendo fare i conti con gli inevitabili disguidi di turno.
Inoltre, al fine di evitare incidenti, i corrieri devono svolgere la propria attività, sempre muniti dei sistemi di di protezione prescritti, indossare una pettorina o giacca ad alta visibilità, rigorosamente un caschetto da ciclista (o casco in caso di scooter), e, è buona norma, che utilizzi un abbigliamento in linea con le condizioni meteorologiche, dovendo lavorare in tute le situazioni.
Offerte di lavoro per Riders – Lavora con Noi
Come anticipavamo si tratta di un mercato ricco di occasioni di lavoro, con offerte che, soprattutto nelle grandi città, sono quotidianamente a disposizione di chi si sente di impeganrsi in un’attività frenetica e faticosa.
Per chi è interessato a provarci, punto di partenza non solo le tante agenzie interinali che operano sul territorio, ma anche andando direttamente sul sito, alla sezione Lavora con noi, di una delle tante realtà ormai consolidate del settore.
Di seguito trovate il link per inviare curriculum o proporvi per molte di queste:
- Deliveroo per inviare cv clicca qui
- Just Eat qui per lavorare con loro
- Glovo qui il link
- Uber Eats ecco l’indirizzo giusto
- Foodora questo il link corretto
Naturalmente stiamo parlando di una professionalità vecchia come il mondo.
Benchè prima che si affacciasero sulla scena nazionale i rider, esistevano da decenni i corrieri per le varie pizzerie d’asporto o per il ristorante sotto casa e, per chi non voglia operare per uno dei colossi del mercato, resta valida l’opportunità di trovare occupazione nel locale sotto casa.
La disciplina che regolamenta il rider
Di recente, in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato un provvedimento diretto a disciplinare la figura dei rider, che adesso viene inquadrato secondo la dicitura di collaborazione, definita dal committente nei tempi e nei luoghi di lavoro. Tale collaborazione, determinata da un atto scritto, viene definita “etero-organizzata”, rientrando quindi nella disciplina propria del lavoro subordinato.
Proposito chiaro del provvedimento tutelare particolari categorie di soggetti, come abbiamo visto ciclofattorini, ma anche lavoratori socialmente utili e disabili.
Finalmente chi sale in sella potrà disporre di livelli minimi di tutela, partendo dal riconoscimento di una retribuzione di base e l’obbligatorietà di una copertura assicurativa.
La nuova disciplina introduce innanzitutto la necessità di redigere i contratti che regolano la collaborazione sempre in forma scritta, vincolando il committente a elargire ai propri collaboratori la formazione necessaria, composta da tutte le indicazioni necessaria in materia di interessi, tutele riconosciute e sicurezza.
Lato salario queste novità comportano l’esistenza di un compenso frutto della contrattazione collettiva, qualora non vi sia un accordo collettivo di riferimento, i riders non possono essere retribuiti sulla base delle consegne, ma, secondo quanto indicato nei contratti affini, godendo di un compenso minimo orario.
Le nuove misure, inoltre, disciplinano anche il lavoro notturno, quello festivo o in condizioni meteo avverse, ad esempio, nel primo caso riconoscendo un’indennità integrativa, almeno pari al 10%.
Una serie di migliorie, però, destinate a trovare piena applicazione solo da fine 2020 ( più precisamente dal 2 novembre 2020), anno necessario per assicurare alle parti sociali il tempo occorrente per ratificare l’accordo su base nazionale.
Ultimo aspetto di fondamentale rilevanza, il riconoscimento ai corrieri del cibo anche della copertura assicurativa obbligatoria INAIL, a tutela degli eventuali Infortuni sul lavoro e dallle possibili malattie professionali, il tutto correlato al tasso di rischio corrispondente all’attività svolta.
Anche in questo caso per la piena effettività di tale aspetto, occorre attendere i 3 mesi dall’entrata in vigore della legge.
Grazie a questo provvedimento, il rider può dunque godere di qualche forma di tutela, di un’assicurazione contro gli infortuni e della malattia, e di uno stipendio di base, anche se, soprattutto nelle realtà più piccole, la strada verso una tutela piena è ancora lontana, ma un primo importante passo è stato effettuato.