Come calcolare l’ IMU
L’Imposta Municipale Unica (Imu) è la nuova tassa sugli immobili che sostituisce la vecchia Ici con l’introduzione del nuovo federalismo fiscale e della manovra finanziaria, approvata dal governo, presieduto di Mario Monti. Il calcolo prevede alcune differenze secondo le tipologie di riferimento tra le prime case, le seconde case, le case affittate e quelle con usufrutto e comodato d’uso.
Imu per la prima casa
Per calcolare l’Imu sulla prima casa è necessario riferirsi alla rendita catastale che si può reperire nell’atto di vendita della casa, sui bollettini Ici oppure recandosi all’agenzia del territorio oppure visitando il sito agenziaterritorio.it. Infatti con una visura on line, inserendo i dati catastali, il foglio mappale, la particella e il subalterno si ottiene la rendita. Una volta individuata la rendita catastale va moltiplicata per l’1,05, che corrisponde al 5% di rivalutazione individuata dalla legge.
Il valora catastale si ottiene moltiplicando la rendita catastale con l’aumento del 5% per 160, che corrisponde al coefficente maggiorato stabilito dalla manovra Monti.
Altro passaggio impone di calcolare l’imposta lorda, dividendo il risultato per 100 e moltiplicandolo per l’Aliquota Imu fissata dal comune di residenza, in media la percentuale dovrebbe corrispondere allo 0.40%. Infine bisogna sottrarre le detrazioni dall’imposta lorda, per la prima casa vanno tolte 200 euro e 50 euro per i figli conviventi con età superiore ai 26 anni fino ad un massimo di 400 euro.
Imu per la seconda casa
Per la seconda casa il processo è lo stesso, ma non sono ammesse le detrazioni. L’Imu prevista per i proprietari delle seconde case corrisponde in media allo 0.76%. I comuni possono scegliere di aumentare o diminuire dello 0.30%, la percentuale oscillerà dunque tra un minimo di 0.46% ed un massimo di 1.06%.
L’unica nota positiva per chi ha una seconda casa è che l’Imu incorpora l’Irpef fondiaria. Proprio per questo per alcuni la nuova Imu sarà inferiore alla tassa che si pagava con la vecchia Ici maggiorata dall’Irpef.
Imu per le case affittate
L’Imu per le case affittate è la stessa percentuale delle seconde case compresa tra lo 0.46% e il 1.06%, secondo la scelta del Comune di residenza. Dal 2015 chi avrà un inquilino a cui affitta la casa potrà godere dell’aliquota Imu dimezzata. Anche in questo caso il cacolo si effettua come per la prima casa, ma non sono ammesse le detrazioni.
Per questa categoria inoltre va consultato il capitolo della manovra che riguarda le tasse sull’affitto, perchè sulla somma dell’affitto vanno versate le tasse in base all’Irpef ad aliquota marginale compresa tra il 23% e il 43% opuure per chi ha optato per la cedolare secca del 21% o del 19% secondo il canone deciso. In questa imposta sono inclusi gli addizionali Irpef, imposta di registro e imposta di bollo.
Imu: usufrutto e comodato d’uso gratuito.
Nel caso specifico l’Imu spetta all’usufruttuario e non all’intestatario della nuda proprietà. In questo caso verrà applicata la tassa Imu come prima casa se l’usufruttuario risulterà residente lì. Per i comodati d’uso gratuiti l’Imu, invece, spetta al proprietario.