Ben lontani i tempi in cui il piccolo schermo trasmetteva, con frequenza quasi ossessiva, spot per allertare sul pericolo dell’Aids, con soggetti “circolettati” da un sinistro alone, a simboleggiare le vittime del virus.
Nonostante, però, in Italia di Hiv non si parli più, la malattia continua, ogni anno, a far nuove vittime. Si stima, infatti, che siano circa 3.500 persone, coloro che ogni 12 mesi siano nuove vittime dell’infezione, con circa 10 diagnosi al giorno.
In tutto si tratta di 130 mila individui soggetti alla malattia, numero di tutto rispetto e, ancora più grave, con un 10% di loro che ignora di esserne colpito, anche se da qualche mese, togliersi la paura costa davvero poco.
Vediamo prima, però, di conoscere la malattia meglio.
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Che cos’è l’Aids e quali i suoi sintomi
L’ HIV è un virus non congenito, che colpisce l’individuo senza preciso pre-allarme o precisa predisposizione; tale agente patogeno colpisce il sistema immunitario che, come per qualsiasi virus, cerca di schermare l’individuo attraverso la produzione di anticorpi corrispondenti, appunto l’anti-HIV. E proprio la presenza di tali anticorpi rivela l’infezione e denomina il soggetto in questione come “sieropositivo”, anche se la presenza di tali anticorpi non rende necessariamente e soprattutto immediatamente “malato” l’individuo che può contrarre la “malattia” anche dopo alcuni anni.
E’ chiamata Sindrome dell’ Immunodeficienza Acquisita, la si sente nominare con l’acronimo AIDS: si tratta proprio della malattia contratta con l’infezione di tale virus (l’HIV) che appunto tende gradatamente ad indebolire senza sosta le difese immunitarie dell’organismo, che risulta quindi anche maggiormente esposto a rischi di altri contagi.
Quali sono i possibili sintomi di Hiv
Importante sottolineare come parliamo di sintomi, di per sé aspecifici, la cui sola compresenza dovrebbe far scattare il campanello d’allarme, soprattutto in soggetti esposti a comportamenti a rischio.
Una serie di sintomi, la cui presenza, però, non è sufficiente a far emettere una diagnosi, se non accompagnata da un relativo test.
E della contrazione di tale malattia – se pur “silenziosa” e “quasi invisibile”….appunto una “patologia latente” – si possono sottolineare i normali sintomi influenzali e virali, appunto comuni manifestazioni di spossatezza muscolare ed articolare, sintomi febbrili, dissenteria, mal di gola, magari anche qualche sintomo visibile in superficie come particolari eruzioni cutanee, o ingrossamenti delle ghiandole linfatiche, disturbi che comunque scompaiono nel giro di un paio di settimane, lasciando sani come pesci molti individui anche per 10 anni!
I nuovi contagiati, infatti, soffrono della cosiddetta infezione primaria acuta, nella quale i danni maggiori sono a carico dell’intestino, vittima del fenomeno definito “traslocazione batterica intestinale”, causa del successivo stato infiammatorio cronico, elemento tipico della malattia da HIV.
In qualche caso determinate infezioni virali possono magari degenerare e portare a meningiti o polmoniti, ma si tratta sempre di normali degenerazioni patologiche.
Non vi sono altri sintomi, spie speciali che una volta rilevati possono farci capire all’istante che il nostro corpo stia contraendo l’ AIDS: proprio per questo è difficile diagnosticare tale patologia e proprio per questo si reputa fondamentale indirizzare la ricerca scientifica non tanto verso la creazione di una cura quanto di una forma di prevenzione, magari sotto forma di vaccino, proprio per ridurre la possibilità che la patologia sfugga di mano e contagi sempre più il nostro sistema immunitario senza poi avere possibilità di rivincita su di essa.
Non ancora alle liste un vaccino adatto, un tempo era possibile esclusivamente mantenere sotto controllo lo stato d’avanzamento della patologia attraverso specifici esami accurati del sangue, come il conteggio preciso del numero dei linfociti “T – Helper”, le cosiddette cellule CD4, il cui numero in un soggetto “normale” deve mantenersi fra le 500 e le 1.500 unità per microlitro di sangue, numero che, invece, scende al di sotto di 50 nel momento in cui l’ AIDS entra nel suo stato avanzato.
Tutto questo prima che arrivasse sul mercato un auto test, strumento che vedremo sommariamente nel paragrafo successivo.
Laddove, al contrario, la malattia sia conclamata è possibile provare a rallentare l’ avanzamento della patologia attraverso la cosiddetta ART, la terapia Antiretrovirale.
In conclusione un semplice quanto sacrosanto consiglio è quello di non limitarsi mai in precauzioni (ad esempio nei rapporti sessuali) e in esami del sangue qualora abbiate qualche timore a riguardo!
Cos’è e come funziona l’autotest HIV
Da qualche mese, però, anche se ancora in pochi ne sono a conoscenza è disponibile in farmacia, un auto test Aids che, in maniera semplice e totalmente anonima, può essere acquistato, anche senza la necessità della relativa ricetta.
Uno strumento, o meglio l’offerta di uno strumento, che sebbene abbia raccolto qualche critica da parte delle associazioni interessate(la Lila, Lega italiana per la lotta contro l’aids, ad esempio, sostiene che il bugiardino che accompagna il test, risulti un po’ generico, non offrendo alcuna informazione sui comportamenti da evitare o sul periodo finestra o che la sua uscita avrebbe dovuto essere accompagnata da tutta una serie di necessari presidi di consulenza e aiuto), restituisce con un buon grado di affidabilità, la presenza o meno del virus.
Il test, venduto sulle 30 euro, e certificato CE, permette di ottenere un risultato in un solo quarto d’ora, dopo una prima fase ( o meglio tre) che richiede soli 5 minuti e necessita, aiutandosi con un pungidito di sicurezza, solo di una piccola quantità di sangue, da prelevare dal polpastrello.
Poche operazioni per poter monitorare il proprio stato sierologico HIV, laddove si tema di avere avuto un possibile episodio a rischio avvenuto oltre 3 mesi prima.
E se volete saperne di più, questo uno dei tanti video, in cui vedere come va effettuato l’auto test.