Ancora una volta è allarme farmaci contraffatti come testimonia l’alert lanciato, all’interno della rassegna della scienza medica tenutasi a Bologna, dagli esperti di Sitox (Società italiana di tossicologia) e Sif (Società italiana di farmacologia) in collaborazione con il Comando Carabinieri.
Addirittura 1 farmaco su 10 sarebbe “taroccato”, con percentuali ben più alte nei continenti africano, asiatico e in America latina, dove la percentuale salirebbe al 30%, per non parlare della commercializzazione attraverso siti illegali, dove si parla anche di 1 su 2 (nonostante il packaging spesso si presenti uguale per aspetto e confezione). Anche da noi, però, il fenomeno è in esponenziale aumento.
Non meno importanti gli avvisi lanciati dall’agenzia del farmaco che parla di “problema planetario”, con l’Organizzazione mondiale per la salute che gli fa eco e sancisce che per farmaco contraffatto si intende un prodotto:
“ La cui etichettatura sia stata deliberatamente e fraudolentemente preparata con informazioni ingannevoli circa il contenuto e/o l’origine del prodotto“.
In parole povere parliamo di prodotti nulli quando non altamente pericolosi: talvolta, infatti, il principio attivo sarebbe assente o presente in misura inferiore (con la possibilità di sviluppare anche resistenza al principio stesso), quando non sopradosato con pericolo di tossicità, rischio analogo quando si assiste ad una compresenza di principi attivi o il prodotto, a causa di residui e impurità, risulta di qualità pessima.
Quali i prodotti maggiormente a rischio
E non si pensi che il fenomeno sia circoscritto a farmaci generici. Se nei paesi del terzo mondo interessati sono un po’ tutte le tipologie, in Europa il problema riguarda principalmente i prodotti più costosi legati ad un miglioramento della qualità della vita, come steroidi, psicofarmaci, o prodotti legati alla sfera sessuale, non risparmiando, però, anche costosi rimedi antitumorali o salvavita.
Accade così che pensando di fare un affare in rete, ci si ritrovi ad acquistare un prodotto rubato e rietichettato, con caratteristiche differenti all’originale, privo di qualsiasi effetto terapeutico o peggio ancora altamente tossico, tale da mettere a rischio la vita stessa dell’utilizzatore.
Come riconoscere un medicinale falso
Risulta tutt’altro che facile, e con il passare degli anni e una costante maggiore perizia nella sofisticazione, riconoscere un farmaco contraffatto.
Come indicazioni generale innanzitutto analizzate con attenzione la confezione, non di rado compaiono errori di ortografia su scatole o bugiardino, colori sbiaditi o diversi rispetto all’originale o pastiglie o fialette dalle dimensioni anomale.
Inoltre, da qualche anno esiste un sito coordinato dall’Istituto superiore della sanità in collaborazione con il Nas, dove poter effettuare segnalazioni, anche solo per sospetti, piuttosto che ottenere informazioni atraverso lo sportello (“L’esperto risponde”).