A novembre arriverà Peeple, il discusso social che consente di dare un giudizio ad amici, parenti e colleghi. Prima di metter stelline a chiunque ci capiti a tiro, però, è bene sapere alcune cose.
Peeple, infatti,è un nuovo social network che sta facendo molto parlare di sé, poiché permetterà agli utenti di dare valutazioni e recensioni a persone reali, come amici, parenti e colleghi.
Tuttavia, prima di iniziare a giudicare chiunque ci capiti a tiro, è importante comprendere appieno come funziona questa piattaforma e quali implicazioni potrebbe avere. Scopriamo insieme i dettagli di Peeple e le considerazioni da tenere a mente.
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Come funziona Peeple
Il fattore rating
Peeple, creata da Julia Cordray e Nicole Mc Cullough, si basa su un concetto tanto semplice quanto efficace: il rating (ossia un voto o un giudizio che esprime il livello d’affidabilità di un servizio o “l’indice di gradimento di un prodotto”).
Il “fattore rating” è già stato utilizzato da altri portali e piattaforme di successo (basti pensare a “TripAdvisor”, “Trivago“, “Yelp” o “Skytraxper”), ma Peeple non si limita a questo: mette insieme la “funzionalità del voler classificare qualsiasi cosa” alla possibilità di “sparlare degli altri“.
Le regole del gioco
Per iscriversi alla discussa app, che inizialmente sarà disponibile solo su Iphone e Ipad, è necessario avere compiuto 21 anni ed avere un profilo Facebook. Chi scrive un giudizio dovrà indicare anche il tipo di relazione (professionale, romantica, parentale…) che lo lega all’altro e per poter postare la recensione dovrà inserire anche il numero di cellulare del “giudicato”. Quest’ultimo, a sua volta, verrà immediatamente informato della creazione di un profilo che lo riguarda.
L’oggettivazione dei giudizi personali.
Una delle fondatrici di Peeple ha affermato:
“Tutti cercano pareri online quando devono comprare una nuova auto o cose del genere. Perché non dovrebbero farlo su altri aspetti della loro vita?”
Peeple, sarà un’applicazione che proverà a rendere oggettivi i giudizi personali. Dunque, il suo obiettivo sarà quello di raggiungere il maggior numero di recensori possibili; di conseguenza, le azioni degli iscritti sulla piattaforma passeranno in secondo piano e poco importa se le recensioni dicono la verità o mentono spudoratamente. Anche perché se la recensione non sfocia in calunnia o in una presa di posizione relativa ad aspetti molto personali (sesso, religione e politica) non ci saranno i termini per procedere ad un’azione legale. Su Peeple ognuno potrà dire la sua, sarà come trovarsi in un “contenitore social dei peggiori pettegolezzi del quartiere“.
Etichettati per sempre?
I social sono strumenti sempre più diffusi e potenti. Una sola recensione negativa su Peeple, dunque, potrebbe essere più che sufficiente per rovinarsi la reputazione ed avere problemi nella vita di tutti i giorni, soprattutto in ambito lavorativo.
Se Linkedin viene consultato per controllare le competenze di un candidato senza prendere troppo in considerazione i commenti lasciati dai colleghi (“ognuno può recepire segnali e sentimenti diversi, al netto di qualche fesseria professionale fatta“) su Peeple succederà proprio l’opposto ed il rischio di non avere alcuna possibilità di redenzione è alto.
Sarà l’anti Facebook?
Peeple è un’applicazione rivoluzionaria e controversa che si propone di essere tutto ciò che Facebook non ha mai voluto diventare:
“Un recettore di valutazioni sul comportamento degli iscritti”.
Il social network di Mark Zuckerberg, infatti, è un aggregatore sociale, mentre Peeple sarà proprio il suo contrario (e non stupisce che il Washington Post lo abbia definito causticamente “terrificante“). Il “TripAdvisor per gli essere umani” sarà un disgregatore 2.0 e si baserà sullo scontro emotivo, su un’estenuante guerra a colpi di stelline che genererà profili su profili e che porterà, conseguentemente, ad aumentare in maniera esponenziale utilizzatori ed inserzionisti.