Ormai non si fa altro che parlare di Pokemon Go. Sulle tv, in radio, sui social si moltiplicano le notizie di nugoli di persone che, alla stregua di famelici zombie, passeggiano in scomposte e mal riuscite file indiane alla ricerca degli animaletti virtuali.
Comunque ne pensiate in proposito, per i protagonisti della saga comparsa per la prima volta su Gameboy giusto 20 anni fa, un altro successo planetario, come dimostrano le decine di milioni di appassionati che ormai, come rapiti, si dedicano a questa stramba ricerca.
E, ogni giorno, sono in aumento i giocatori (oltre le più ottimistiche previsioni di Niantic, la software house che ha creato il gioco ) e il tutto nonostante l’applicazione presenti al momento non pochi bug e problemi di varia natura, legati, per l’appunto, ad un ingorgo numerico non preventivabile.
Nello Stivale, infatti, sono ancora molti coloro che non sono riusciti ad iscriversi, incontrando un messaggio che invita a riprovare qualche ora dopo o che, creato un account, hanno sperimentato il gioco solo per qualche ora, salvo poi imbattersi in una segnalazione di errore del server o ancora che non vedono attiva l’opzione “Pokémon nei dintorni”, evidentemente una delle più necessarie alla caccia delle creature nate dalla fervida fantasia di Satoshi Tajiri. Una serie di problematiche intimamente correlate alla complessa tecnologia che c’è dietro all’applicazione
Per chi, comunque, non sappia ancora di cosa stiamo parlando, vediamo sinteticamente che cos’è e come funziona Pokemon Go
Indice Guida Gratis:
Cos’è Pokemon Go
Si tratta di un’app per smartphone scaricabile gratuitamente per android che, sfruttando la tecnologia della realtà aumentata, consente di dei Pokémon, presenti nei luoghi più impensati.
Normale che in molti si siano domandati come funziona la tecnologia su cui si basa il gioco.
Lo stesso, al momento, visualizza l’utilizzatore all’interno di una mappa, simile a quelle di Google maps, che traccia gli spostamenti, sia a piedi, in bus o in bici, del giocatore medesimo. Spostamenti che, talvolta, lo vedono incrociare un Pokémon, mostrato dallo schermo dal suo smartphone e che può finire catturato.
Inutile dire che lo scopo, banale quanto poi concretamente avvincente, consiste nel catturarne il maggior numero possibile, salvo poi poterli addestrare al combattimento contro quelli degli altri giocatori.
Dove possiamo trovare i Pokemon
Per chi ci gioca, viene naturale domandarsi dove compaiano i Pokemon e seguendo quale criterio. Niantic, però, da questo punto di vista ha deciso di mantenere il più totale riserbo sugli algoritmi che sono alla base della fortunata app, anche se forum e conversazioni dei giocatori hanno fatto intuire qualcosa sul probabile funzionamento.
Come dicevamo punto di partenza l’utilizzo della realtà aumentata, ovvero quella tecnologia che permette di
aggiungere soggetti digitali alla realtà (e non semplicemente ad una realtà virtuale), processo che appare evidente sin dalla schermata di cattura dei Pokemon che, facendo leva sulla camera del cellulare, fa comparire i Pokemon dinnanzi a noi.
Far comparire un Pokemon sul wc di casa non sarebbe un gran problema, ma le difficoltà per Niantic consistono nel gestire migliaia e migliaia di mappe alla stessa maniera per milioni e milioni di visitatori. Un sistema di mappe che vede posizionati i Pokemon, come appare in un recente filmato, a Central park (dove la comparsa di Vaporeon, una sorta di mix tra leone e cetaceo, un Pokemon d’acqua tra i non più comuni) ha determinato un vero e proprio assembramento) come in zone periferiche o strade di campagne (anche se la casa produttrice ha sottolineato come, per evidenti ragioni di sicurezza, non siano posizionati Pokemon lungo le arterie autostradali), e scovabili semplicemente a patto di avere l’applicazione attiva.
Come compaiono i Pokemon
Gestione complessa e, evidentemente, sorretta da un algoritmo intelligente che, fa comparire i Pokemon, in maniera non casuale.
Parliamo di un algoritmo univoco per tutti i giocatori ( in poche parole se c’è un Pokemon in riva all’ Arno, sarà catturabile, non scomparendo dopo la prima cattura, per tutti coloro che vi si avvicinano). Sempre, però, che lo facciano in breve tempo, visto che gli animaletti nipponici, sono dotati della facoltà di spostarsi, rimanendo fermi solo, si crede, per qualche decina di minuti, prima di riscomparire
Unica indiscrezione che trapelano da casa Niantic, per voce del suo Ceo, John Harke, quella di un motore che rileva i corsi d’acqua, siano mari, fiumi, laghetti, stagni e che si basa sugli stessi per far apparire Pikachu e compagni, anche se i più assidui giocatori tendono a smitizzare questa indicazione, asserendo che è normale che un Pokemon compaia nelle vicinanze di uno specchio d’acqua di una certa entità. Inoltre non in pochi asseriscono che sua possibile individuare Pokemon di terra in queste zone e Pokemon di acqua in zone desertiche o quasi.
Non meno mistero attorno alle mappe che utilizza Pokemon Go.I costi esorbitanti legati alle più dettagliate, oltre al fatto che Hanke una 15 d’anni orsono avesse creato Keyole (società poi acquistata da Google e i cui sforzi principali erano legati alla tecnologia che sorregge Google Earth) e che la stessa Niantic solo alcuni mesi fa fosse proprietà ancora dell’azienda di Mountain View fa ipotizzare che le mappe di Pokemon Go, nonostante non se ne faccia alcuna menzione, si ispirino a quelle di Google Map.
A conferma di questa ipotesi, ad esempio, come il gioco segnali l’autorizzazione ad utilizzare alcune applicazioni griffate Google.
Da dove nasce Pokemon Go
Conferme ufficiali, al contrario, sul fatto che il gioco del momento debba molto a Ingress, una famosa app per smartphone datato 2012 e creato dalla stessa Niantic. ;molti gli elementi in comune, visto che lo stesso Ingress utilizzava la realtà aumentata e che i giocatori venivano geolocalizzati ai fini di un loro tour nel mondo, alla ricerca di oggetti indispensabili a passare di livello.
Diversa, però, la logica del gioco, che vedeva i partecipanti suddivisi in due schieramenti contrapposti, che si fronteggiano al fine di impossessarsi di una speciale “materia esotica”.
A Ingress, comunque, Pokemon Go deve anche i suoi Pokestop ( siti in cui i giocatori possono individuare strumenti utili) e in cui trovano luogo le palestre, ring dove poter far combattere i Pokemon che erano nel suo predecessore i “portali”, zone speciali collocate in corrispondenza di luoghi storici o noti dei centri abitati. Scelta che, inizialmente, avvenne sulla base delle immagini geolocalizzate da Google e che, successivamente, fu integrata da 5 milioni (!) di nuovi portali scelti tra le oltre 15 milioni di proposte arrivate dai giocatori.
Portali, quindi, situati in zone nevralgiche della città, ma non mancano luoghi remoti e impervi quali Polo Nord e Antartide, anche se , ovviamente, uno degli obiettivi era quello di proporre siti accessibili a piedi e dove poter giocare nella massima sicurezza; evitando, vista la frenesia di molti di coloro che vi giocano, di trovarsi pericolosamente in mezzo al traffico. Per la serie, vada di faticare un Pokemon, ma rischiare di farsi arrotare da un Tir…