Tra le maggiori cause di degenza ospedaliera oggi, per quanto si tratti di una problematica spesso sottovalutata, gli interventi di appendicectomia. Sono, infatti, più di 70 mila le operazioni di tale tipologia che vengono praticate in Italia ogni anno.
Vediamo allora quando un dolore alla gamba destra non debba essere preso sottogamba e possa rappresentare la spia di un problema da non sottovalutare, potendo sfociare in una situazione critica quale è quella di un’appendicite in peritonite.
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Appendicite: che cos’è?
L’appendicite è un’infiammazione dell’appendice, un piccolo organo a forma di vermicello che si trova sulla parte inferiore destra dell’addome. L’appendice è un residuo anatomico, non essendo un organo essenziale per la vita umana, ma quando si infiamma può diventare un problema medico grave.
L’appendicite acuta è una delle cause più comuni di dolore addominale acuto e una delle principali ragioni per cui le persone vanno in ospedale. I sintomi più comuni dell’appendicite acuta sono dolore addominale che si concentra nell’area del punto inferiore destro dell’addome, nausea, vomito, febbre, stitichezza o diarrea e malessere generale. Il trattamento per l’appendicite è l’appendicectomia, ovvero l’asportazione chirurgica dell’appendice, per evitare il rischio di rottura dell’appendice con conseguente peritonite, condizione che può avere complicazioni anche gravi.
L’appendicite può essere causata da un’ostruzione o un’infiammazione all’interno dell’appendice, come un’infezione batterica o una cisti. In alcuni casi, l’appendicite può essere causata da un tumore o da una malattia autoimmune.
Quali sono i rimedi medici per curare l’appendicite?
Il trattamento principale per l’appendicite acuta è l’appendicectomia, ovvero l’asportazione chirurgica dell’appendice infiammato. La procedura chirurgica si esegue generalmente in anestesia generale e l’appendice viene rimossa attraverso un’incisione piccola nell’addome inferiore destro. In alcuni casi, la chirurgia laparoscopica può essere utilizzata per rimuovere l’appendice invece di un’incisione più grande. Dopo l’intervento, la persona deve riposare a casa per alcune settimane mentre si riprende dalla chirurgia.
Prima di essere sottoposto all’intervento, il medico può prescrivere farmaci antidolorifici per controllare il dolore e gli antibiotici per prevenire o trattare un’infezione.
In alcuni casi, l’appendice infiammata non si rompe e non c’è una situazione di emergenza e quindi si può decidere di attendere e monitorare la situazione.
Quali sono i sintomi iniziali dell’appendicite?
I sintomi iniziali dell’appendicite possono variare da persona a persona e possono anche essere simili a quelli di altre condizioni. Tuttavia, i sintomi più comuni dell’appendicite acuta sono:
- Dolore addominale: il dolore inizia spesso nell’area del punto inferiore destro dell’addome, ma può irradiarsi verso l’area inguinale o nella parte bassa della schiena.
- Nausea e vomito: questi sintomi possono essere causati dal dolore addominale.
- Costipazione o diarrea: questi disturbi del tratto intestinale possono essere un sintomo dell’appendicite.
- Febbre: la febbre può essere causata dall’infiammazione dell’appendice.
- Malessere generale: le persone con appendicite possono sentirsi deboli e stanche.
- Perdita di appetito: spesso le persone non vogliono mangiare a causa del dolore o della nausea.
Tenere presente che questi sintomi possono essere lievi o moderati all’inizio e che alcune persone possono non avere tutti i sintomi. Se si sospetta di avere l’appendicite o si hanno sintomi addominali acuti, è importante consultare un medico il prima possibile.
Appendicite dove si trova e da che lato del corpo è?
L’appendice è un piccolo organo a forma di vermicello che si trova sulla parte inferiore destra dell’addome. Si trova nell’addome inferiore, nella regione retroperitoneale, la parte dell’addome posta dietro alla fascia peritoneale (membrana che riveste gli organi interni). Esattamente si trova all’incirca a metà strada tra l’ombelico e l’osso dell’anca (il punto di confluenza tra la via che segue l’ileo e la via che segue il cieco) e proprio nella zona posteriore della via che segue il cieco.
In generale, si può localizzare il dolore alla sua destra, ma può anche essere irradiato in varie zone dell’addome come inguine, parte bassa della schiena o persino la gamba. L’appendicite è una delle cause più comuni di dolore addominale acuto e una delle principali ragioni per cui le persone vanno in ospedale.
E’ importante riconoscere i sintomi in modo tempestivo per poter essere adeguatamente trattati e prevenire complicanze.
Appendicite: chi colpisce e sintomi adulti

Sebbene sia una condizione più comune nei bambini e negli adolescenti in età prepuberale, questa patologia può colpire chiunque. Si tratta di una condizione molto comune nei paesi occidentali, con ogni probabilità conseguenza di una dieta squilibrata e di uno stile di vita eccessivamente sedentario. Si stima, infatti, che ogni anno sia ben lo 0,2% della popolazione nei paesi industrializzati a sviluppare un’infiammazione acuta dell’appendice.
I sintomi dell’appendicite negli adulti possono essere simili a quelli dei bambini e degli adolescenti, anche se ci possono essere alcune differenze. I sintomi più comuni dell’appendicite acuta negli adulti sono:
- Dolore addominale: il dolore inizia spesso nell’area del punto inferiore destro dell’addome, ma può irradiarsi verso l’area inguinale o nella parte bassa della schiena.
- Nausea e vomito: questi sintomi possono essere causati dal dolore addominale.
- Costipazione o diarrea: questi disturbi del tratto intestinale possono essere un sintomo dell’appendicite.
- Febbre: la febbre può essere causata dall’infiammazione dell’appendice.
- Malessere generale: le persone con appendicite possono sentirsi deboli e stanche.
- Perdita di appetito: spesso le persone non vogliono mangiare a causa del dolore o della nausea.
In alcuni casi, gli adulti con appendicite possono avere dolore che si sente più profondo o intenso rispetto
Appendicite: quali sono le sue cause
In generale la principale causa di infiammazione è un blocco interno che porta al ristagno di muco e quindi a un’infezione nell’intestino colpito.
Un’altra possibile causa di appendicite è l’ipertrofia follicolare linfoide. In questo caso, tuttavia, il vero fattore scatenante è qualcos’altro, una problematica da indagare che coinvolge un’infezione locale o generale di natura completamente diversa. Pertanto, l’infiammazione dei diverticoli intestinali è solo la naturale risposta a questa problematica.
In questo caso a monte di questa situazione di sofferenza possono esserci:
- mononucleosi
- morbillo
- morbo di Crohn
- gastroenteriti
- infezioni respiratorie
Se non si risolve spontaneamente, l’infiammazione può estendersi alle aree adiacenti e penetrare nel tratto dell’appendice dove è emersa. Il dolore è esacerbato e l’intolleranza del paziente è tale da richiedere l’intervento immediato di uno specialista.
Appendicite: riconoscere i sintomi iniziali
Saper riconoscere i sintomi iniziali dell’appendicite è di fondamentale importanza per curare la malattia prima che diventi acuta. In un gran numero di casi, tuttavia, questo processo infiammatorio si verifica così improvvisamente che per molti pazienti si rende necessario un intervento chirurgico d’urgenza.
Le difficoltà sono accresciute anche per il fatto che non pochi dei suoi sintomi tipici sono simili anche a quelli dl altri disturbi. Di norma, in ogni caso, le raccomandazioni degli specialisti sono quelle, in presenza di un dolore di una certa rilevanza, di far uso di un antidolorifico o un antispastico. Se nonostante l’assunzione di questo, dopo un paio di ore, il dolore permane, allora non rimarrà che rivolgersi al proprio medico di base. Quest’ultimo, dopo un’attenta visita, una volta escluse patologie diverse, quali intestinali o ginecologiche, ci prescriverà la cura necessaria. In ogni caso in presenza di un dolore incessante, e in presenza di più sintomi, occorre recarsi immediatamente in ospedale per una visita chirurgica d’urgenza.
I principali sintomi dell’appendicite, comunque, si identificano con:
- malessere generale
- nausea
- febbre
- dolori addominali situati nella zona vicina all’ombelico
- disturbi gastrointestinali (anche se, in questo caso, differiscono non poco da individuo a individuo)
Inoltre il male tende ad aumentare considerevolmente tossendo in primis, ma anche respirando, muovendosi o stirando i muscoli.
Appendicite acuta: come riconoscerla
Da un primo dolore improvviso, ma ancora vago, situato nei pressi dello sterno, in prossimità dell’ombelico, solitamente Il dolore diviene più intenso e grave e si sposta nelle aree inferiore e destra dell’addome entro 12-24 ore dall’esordio di questo sintomo. La posizione esatta in cui si concentra è proprio tra la fossa iliaca destra, l’ombelico e i glutei.
A questo, spesso, si accompagna un dolore diffuso lungo la gamba destra e un leggero stato febbrile, di solito misurabile attorno ai 38° gradi
Appendicite peritonite: quali le sue conseguenze
La peritonite è la forma più grave di appendicite. Questa è un’ulteriore complicanza della malattia e deve essere trattata tempestivamente per non mettere in pericolo la vita del soggetto. Nel caso della peritonite il dolore è insopportabile e si tende ad assumere una posizione fetale che aiuta a ridurre le contrazioni dolorose.
Appendicite: diagnosi
La diagnosi dell’appendicite per un esperto risulta abbastanza semplice. Basteranno dei semplici esami meccanici, inclusa la palpazione dell’addome del paziente, per avere una prima conferma. A questi, poi, seguirà, a conferma, la necessaria ecografia addominale.
Un esame del sangue, inoltre, può rappresentare un parametro aggiuntivo da valutare perché i globuli bianchi infiammatori, in questo contesto, tendono ad aumentare in modo significativo. (analisi del sangue, ecco quali fare in caso di debolezza).
Appendicite: cura e trattamento
Nelle forme lievi e iniziali, ovviamente, l’infiammazione dell’appendice può essere gestita anche senza il ricorso ad un intervento chirurgico. Soprattutto lo si potrà fare ricorrendo ad un’opportuna dieta. Un’alimentazione controllata, infatti, può permettere di evitare il peggioramento dell’infiammazione, consentendo all’organismo di combatterla spontaneamente. In poche parole, finché si tratta di avvisaglie, potrete evitare guai peggiori, evitando di mangiare disordinatamente.
Appendicite infiammata: cosa mangiare
Abbiamo visto come uno stato di infiammazione dell’appendice comporti necessariamente l’adozione di un regime alimentare controllato. In particolare si dovrà optare per una dieta salutista, ricca di fibre e che preveda di bere in quantità rilevante.
Da evitare quanto più possibile insaccati, carni grassi e formaggi fermentati, ogni tipo di fritto, cacao, cioccolato, pasticceria elaborata e cibi piccanti. Naturalmente no anche a bibite gassate o bevande contenenti caffeina.
Non meno utile il ricorso ad una regolare attività fisica. La sedentarietà osservata nelle popolazioni occidentali, unita ad una dieta problematica e squilibrata, infatti, costituisce una causa determinante nell’insorgere della problematica.
Ovviamente diversa è la situazione quando l’infiammazione è in stato avanzato. Di fronte ad una situazione di peritonite, infatti, l’unica soluzione è rappresentata dall’appendicectomia, ossia dall‘intervento chirurgico. L’asportazione del diverticolo infiammato o perforato, infatti, rappresenta l’unica soluzione possibile, evitando ulteriori drammatiche complicanze. Una soluzione definitiva, inoltre, che permette al soggetto di riprendere la propria consueta routine dopo solo un paio di giorni.
Appendicite: quando si parla di appendicite cronica
Esiste anche la possibilità di una cronicizzazione del problema. Si definisce un’appendicite cronica quando l’infiammazione sorge regolarmente, colpendo chi ne soffre in maniera intermittente, senza però mai degenerare in una condizione acuta, in una situazione che richieda il ricorso ad un’operazione.
In questi casi gli attacchi si ripetono periodicamente nel tempo, ma quasi sempre si risolvono spontaneamente.
Ciò non toglie che, a lungo andare, tale condizione non sia raccomandabile e soprattutto richieda di identificare la causa di queste manifestazioni infiammatorie, adottando un trattamento specifico e valutando un’eventuale rimozione dell’organo programmata con lo specialista di riferimento al fine di evitare complicazioni o perforazioni improvvise.