Qualsiasi grande viaggio che si rispetti parte sempre da una mappa. Una cartina ben dettagliata che indica, a chi lo deve compiere, quali sono le varie tappe intermedie, gli ricorda il cammino affinché non sbagli tragitto, possa camminare spedito e nel percorre il suo itinerario non trascuri alcun elemento.
E la stessa cosa avviene nel viaggio della narrazione, dove la mappa, la funzione dell’indispensabile bussola, dove a guidare il creativo come la più luminosa Stella Polare c’è lo storyboard.
Lo storyboard, insomma, è lo strumento principe di chi a che fare con la narrazione. Per coloro che hanno qualcosa da dire, da raccontare, disegnare o filmare è indispensabile fare ordine nei propri pensieri, avvalersi di una tabella di marcia per destreggiarsi più agevolmente nel groviglio delle proprie idee.
È per questo che non c’è artista degno di tale nome che ne possa fare a meno. Svariati gli ambiti in cui trova impiego: dalla pubblicità ai manga, dal montaggio video alla scrittura, senza dimenticare ovviamente la stessa realizzazione dei fumetti. Vediamo allora cos’è (e cosa non è), come si realizza uno storyboard e come va strutturato.
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Cosa significa Storyboard?
Ad aiutarci a comprendere cosa sia lo storyboard ci viene in aiuto la definizione fornita dalla Oxford Languages (qui trovi il sito ufficiale). Per il plurisecolare editore di dizionari del mondo lo storyboard rappresenta una:
Serie di bozzetti accompagnati da didascalie o, a volte, serie di semplici descrizioni schematiche, che, in una produzione audiovisiva o multimediale, rappresentano la composizione delle inquadrature o delle schermate che si succedono nel prodotto finito.
La stessa traduzione letterale in italiano “tavola della storia“, d’altronde, ne racchiude già sommariamente il significato. Un mezzo cartaceo (anche se negli ultimi anni è per lo più digitale), che funge da rappresentazione plastica e semplificata del dipanarsi temporaneo di un contenuto.
Insomma una sintesi visuale praticamente indispensabile in ogni produzione audiovisiva, ma non meno utilizzata anche in fase di stesura di un romanzo o di un fumetto. Se, infatti, per la realizzazione di un film, un cortometraggio, ma anche un “semplice” spot pubblicitario, filmato matrimoniale o video emozionale, lo storyboard costituisce l’imprescindibile punto di partenza, elencando non solo i contenuti, ma anche la prospettiva dell’inquadratura, anche se siete alle prese di un manga o una storia illustrata, disporre di uno storyboard è di grande aiuto, per poi potere sviluppare la propria opera in modo più ampio e articolato.
Quali sono le differenze tra Storyboard e Storytelling?
Non da confondere lo storyboard con quello che, invece, è lo storytelling ( nella nostra lingua lo tradurremmo come affabulazione). Se, infatti, il primo costituisce uno strumento grafico che riassume l’andamento della storia, il secondo indica la cifra stilistica dell’opera.
Si tratta, in poche parole, della tecnica comunicativa che l’autore utilizza nella trasmissione del proprio messaggio, l’arte del narrare impiegato ai fini che si propone la narrazione stessa.
Storytelling che oggi trova impiego in sempre un numero maggiore di ambiti, dalla semplice vendita alla creazione di una brand identity, passando alla politica o al marketing più innovativo.
Qual è la differenza fra Storyboard e Script? E con soggetto e sceneggiatura?
Ugualmente da non confondere Storyboard e Script. Quest’ultimo, infatti, rappresenta la traccia di quello che viene detto in prima persona dai personaggi ( o fuori campo) in un video.
Neppure lo Storyboard va confuso con la sceneggiatura, nonostante, per molti versi, possa apparire come una una “sceneggiatura disegnata”. Soprattutto nel cinema, dove la sua origine affonda nella notte dei tempi con un antesignano quale il registra francese Georges Méliès, a farne per primo uso. il suo utilizzo è fondamentale anche sotto il punto di vista della possibile budgetizzazione del progetto. Questo perché, nella sua versione classica, la sceneggiatura dovrebbe comprendere la trascrizione dei dialoghi, ma anche gli eventuali silenzi, le voci fuori campo, le musiche presenti ed i movimenti di vamera.
Infine altra cosa ancora è il soggetto, il quale, invece, si definisce come l’idea prima, l’intuizione centrale (non per niente può anche essere riassunto in una mezza paginetta) di un progetto
A cosa serve uno storyboard?
Lo storyboard è lo strumento più comune per elencare temporalmente le informazioni di un contenuto. La stessa direzione lineare delle celle che lo compongono è funzionale allo sviluppo della storia, ad argomentare un processo e, soprattutto, e ad evidenziare il trascorrere del tempo.
Nei progetti più complessi si tratta di un lavoro a quattro mani, che impegna non solo chi ha la responsabilità del visual, ma anche il copywriter. Questo perché questa prima stesura prevede, di norma, campi o spazi sotto le vignette nelle quali poter descrivere la scena e/o indicare gli eventuali dialoghi dei personaggi in azione.
Gli storyboard, infatti, finiscono per essere non solo una tabella di disegni sequenziali che riproducono l’evolversi di una storia, ma anche una tavolozza sulla quale appuntare emozioni, contenuti, musiche che una determinata vignetta deve trasmettere. Ancor più contando come frequentemente questi elaborati si accompagnino alla stessa sceneggiatura del lavoro-.
Come realizzare lo storyboard: consigli per esperti e autori in erba
Sostanzialmente per creare uno storyboard è sufficiente disporre di carta e matita e suddividere il foglio in tanti quadrati quante sono le scene che si pensa di dover rappresentare. Ovviamente è sempre consigliabile disporre di singole sezioni che permettano di disegnare all’interno con una certa facilità. Occhio a non esagerare con le dimensioni contenute!
Nelle prime fasi, almeno, non sarà necessario (anzi potrebbe finire per distrarvi!) essere particolarmente dettagliati; quello che conta è memorizzare la riproduzione approssimativa di una scena o di un episodio saliente del vostro racconto.
Buona norma, infatti, sarebbe quello di racchiudere tutto il vostro progetto, in prima battura, in uno storyboard essenziale, che si limiti al dipanarsi della storia nei suoi passaggi fondamentali, per poi, una volta che il vostro progetto sia stato compiutamente digerito e metabolizzato, eventualmente procedere a nuovi storyboard sempre più andando nel dettaglio. Relativamente a quanto uno primo progetto illustrato dovrebbe sempre presentare, vediamo come strutturare uno storyboard.
Come strutturare uno storyboard: gli elementi dello storyboard
Volendo necessariamente riassumere quello che uno storyboard sarebbe auspicabile contenesse, possiamo indicare questa serie di steeps:
- Cronologia racconto: Primo passo nell’elaborazione del racconto, una volta individuati personaggi e ambientazione, stabilire la successione degli eventi. Schema temporale che non vi impedirà di ricorrere a flashback o flash forward.
- Individuare le scene chiave: Indipendentemente dal grado di dettaglio che volete riprodurre, vi saranno dei momenti salienti che dovrete necessariamente racchiudere nello storyboard.
Non dovete, ovviamente, rappresentare la totalità di quella che sarà la storia, ma obbligatoriamente riportare scene che conducano dall’inizio alla fine e quelle che illustrano un colpo di scena, un cambio di ambientazione o un sviluppo psicologico inatteso di uno dei personaggi. E lo stesso procedimento dovrete adottarlo anche se si tratta di un video pubblicitario o aziendale. (scene chiavi che seguano lo sviluppo della trama) - Uso di descrizioni( facoltativo, ma molto, moltoooooo utile!): Sebbene uno storyboard possa esistere anche senza campi aggiuntivi che non siano le singole vignette, l’utilizzo di didascalie al fondo delle stesse è fortemente raccomandato. Questo, infatti, non solo risulta esplicativo della scena rappresentata, ma vi sarà non poco utile anche nello sviluppo narrativo della storia.
Ad esempio se nella vignetta avete disegnato un dialogo fra due personaggi, è sempre utile appuntarsi che cosa deve emergere dal dialogo. C’è rancore fra i due, amore, odio? E quali movimenti fanno o faranno? E così via, senza tralasciare, naturalmente, ambientazione e condizioni atmosferiche, qualora il buio, uno splendido tramonto o il sole accecante abbiano un ruolo nella narrazione…..
Quali sono le dimensioni delle sezioni di uno Storyboard?
Come dicevamo, se si tratta di uno dei primi esperimenti nella creazione di uno Storyboard, non è necessario realizzare vignette con il goniometro. Sarà sufficiente suddividere lo spazio in un numero sensato di sezioni, avendo cura di non fare rettangoli troppo piccoli e di lasciare uno spazio sottostante gli stessi.
Qualora, al contrario, siate già più avanti nel vostro cammino, la realizzazione dei riquadri rettangolari destinati a contenere le immagini, dovrebbe avvenire in rapporto all’uso finale a cui è destinato lo storyboard qualora si tratti di un video. Ossia in 4:3 se destinato ad uno schermo televisivo o nell’ormai comune 16:9 se si tratta di un film. A facilitare le cose, comunque, non mancano in commercio specifici fogli di anteprima sagomati già su queste dimensioni.
Ovviamente, come vedremo ancor meglio in dettaglio nel paragrafo sotto, sono sempre più coloro che realizzano lo Storyboard avvalendosi degli ultimi strumenti tecnologici.
Sotto questo punto di vista, infatti, non vi è che l’imbarazzo della scelta. Si va dall’immancabile suite Adobe, con Illustrator o InDesign (potendo spesso scegliere anche se sviluppare la struttura in orizzontale o verticale) a Amazon’s Storyteller o il celebrato storyboardthat.com. Nulla, infine, vi impedisce di utilizzare lo stesso Power Point.
Come creare uno storyboard online?
Anche per chi vuole realizzare uno storyboard online, i mezzi a disposizione non mancano, anzi.
Accanto al già citato Storyboardthat (se volete maggiori info, qui trovate il sito), punto di riferimento nel campo anche grazie alla sua estrema sempicità e un accesso gratuito iniziale (poi esistono diversi piani a pagamento, anche se a prezzi contenuti) difficile non segnalare Storyboard Fountain, Plot e Storyboarder, altro strumento gratuito, un opensource utile nel realizzare forme e figure umane.
Non meno utili e degni di segnalazione Make Storyboard, programma utilizzabile anche da smartphone e tablet, il non meno interessante Opentoonz, applicativo in grado di produrre animazioni 2D colme di dettagli e successivamente arricchibili di tonnellate di effetti. Il tutto, anche in questo caso, pur trattandosi di un open source, senza limitazioni di natura copyright. Senza dimenticare, infine, come lo stesso famosissimo Canva si presta ottimamente sotto questo punto di vista.