Il contatto con la natura è un’esperienza emozionante e salutare, ma non bisogna sottovalutarne anche gli aspetti insidiosi. Quello più preoccupante è la possibile presenza di serpenti velenosi. Ventitré sono le specie di ofidi diffuse in Italia, ma soltanto le quattro appartenenti alla famiglia dei Viperini sono pericolose per l’uomo.
La vipera si riconosce per la sua testa triangolare, più grande rispetto al corpo, e per le inconfondibili pupille a fessura che ricordano quelle dei gatti. Lunga circa un metro, di colore prevalentemente marrone/grigiastro, essa ha una vistosa linea a zig-zag che ne percorre tutto il dorso. Ama nascondersi tra le pietre o l’erba alta e attacca solo se disturbata. Le zone del corpo più a rischio di eventuali morsi sono gli arti inferiori e superiori, pertanto è meglio praticare della sana prevenzione proteggendosi con degli indumenti adeguati e avendo l’accortezza di effettuare le perlustrazioni con l’aiuto di un bastone.
Il morso di una vipera è riconoscibile anche dall’acuto e persistente dolore provocato. In questo caso, mantenere la calma è essenziale per ottimizzare i tempi di soccorso. I sintomi più importanti possono iniziare nel giro di mezz’ora o anche più. Prima che subentri il gonfiore localizzato, è meglio togliere tutto ciò che possa dare fastidio e immobilizzare il più possibile la vittima. E’ fondamentale usare tutti gli accorgimenti necessari a ritardare l’entrata in circolo del veleno, per avere il tempo di arrivare al più vicino pronto soccorso. Lo stato di gravità può variare in base a quanto veleno sia stato inoculato e alla massa corporea del soggetto (i bambini piccoli sono più a rischio di epiloghi infausti).
Bisogna innanzitutto mantenere l’arto colpito più in basso rispetto al cuore, poi provvedere a bloccare la circolazione linfatica stringendo (ma non eccessivamente, per non causare importanti danni ai tessuti) con una larga fasciatura a circa cinque centimetri più in alto del morso e anche al di sotto. Ove non sia possibile stringere (collo, testa, torace), comprimere la parte con qualcosa di rigido, tenuto fermo da un cerotto adesivo.
Non tentare di rimuovere il veleno con azioni meccaniche o ancora peggio con la suzione, per non rischiare di rimanere intossicati attraverso le microferite spesso presenti nel cavo orale. E’ sufficiente pulire anche solo con dell’acqua, la disinfezione con alcool è controindicata perchè a contatto con il veleno produrrebbe delle sostanze tossiche. Un no assoluto anche alle bevande alcoliche, che non farebbero altro che accelerare l’entrata in circolo del veleno. Il siero antivipera, non più disponibile in farmacia perchè responsabile di gravi reazioni avverse, può essere somministrato solo in ospedale dopo valutazione medica. E’ buona abitudine avere sempre con sè dei cortisonici, utili a tamponare eventuali sintomi allergici.