La tanto odiata e criticata tassa dell’IMU è stata dichiarata socialmente “iniqua” dall‘Unione Europea.
Potrebbe essere dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale chiamata a pronunciarsi sulla potenziale incostituzionalità di tasse e tributi, ma al momento è solo da considerarsi iniqua e quindi necessaria di una revisione sotto l’aspetto redistributivo, così come si è pronunciata appunto l’Unione Europea, precisamente la Commissione Europea nel Rapporto sull’Occupazione e Sviluppi Sociali del 2012. Nessuna certezza per il momento, pertanto, sull’esito delle richieste di rimborso. Ma tentar non nuoce, così si dice.
Per tale motivo, sotto la spinta delle associazioni per la tutela dei consumatori, migliaia di contribuenti, mossi dalla speranza di un ristorno di quanto versato forse eccessivamente all’erario, hanno inviato le proprie richieste di rimborso per l’anno 2012.
L’IMU è l’acronimo di Imposta Municipale Unica, e come è ben noto è l’imposta tributaria che ha sostituito l’ICI e che colpisce gli immobili, applicata concretamente col governo “Monti”.
Sono stati chiamati a pagare l’IMU tutti i proprietari di immobili (non solo delle abitazioni), dei fabbricati produttivi delle imprese, dei negozi, degli uffici, dei terreni, delle cascine e dei rustici.
Ma quali sono le procedure per ottenere il rimborso?
Ci sono due possibilità: una onerosa, l’altra gratuita.
Scegliendo la prima è necessario scaricare il modulo “IMU RT 2012” con le relative istruzioni dal sito “Contribuenti.it” – sezione sportello del contribuente -, l’Associazione Contribuenti Italiani che si è fatta portavoce e promotrice dell’iniziativa.
Dopo aver compilato il modulo in ogni sua parte ed averlo spedito tramite e-mail, l’Associazione suddetta garantisce l’assistenza gratuita per tutto l’iter sino al rimborso, ma è necessario sottoscrivere la quota annuale di socio dell’associazione pari a cinquanta euro.
Data l’incertezza sull’esito della richiesta di rimborso e dato che non è necessario il patrocinio di alcun professionista, appare consigliabile optare per la seconda scelta: rivolgersi al proprio Comune di appartenenza o direttamente tramite internet per i più avvezzi alla tecnologia.
In tal caso, basta richiedere, o scaricare dal web quindi, il modulo per ottenere il rimborso, compilarlo in ogni parte e restituirlo all’ufficio competente o rispedirlo all’indirizzo riportato sul modulo, con le ricevute di pagamento allegate. Dopodiché bisogna attendere 90 giorni. Se non si riceve riscontro, bisogna presentare ricorso, allegando l’istanza precedentemente avanzata e le ricevute di pagamento, alla Commissione Tributaria Provinciale competente, che emetterà il giudizio.
Poiché il ricorso deve contenere, oltre alle motivazioni a sostegno della richiesta, anche la remissione degli atti alla Corte Costituzionale, appare doveroso sottolineare che qualora la Corte ritenesse il ricorso fondato e lo accogliesse pronunciandosi sulla illegittimità dell’IMU, si creerebbe un precedente importante perché ad oggi sarebbe sufficiente che una sola sezione di una sola provincia italiana si pronunciasse in accoglimento della domanda, meglio se avallata dal giudizio della Corte costituzionale, per rendere certo il rimborso per tutti i contribuenti. Sarebbe uno scacco matto allo Stato. Bisogna affrettarsi, però, perché l’istanza di rimborso scade il 28 febbraio 2013.