Per diventare farmacista bisogna conseguire una laurea specialistica o in Farmacia o in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche.
In Italia sono presenti ben 29 facoltà di Farmacia (tra cui quelle dell’Università La Sapienza di Roma, e l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari). Il corso di studi ha la durata di 5 anni. La differenza fondamentale tra i due corsi di studi è che il primo fornisce tutte le conoscenze scientifiche necessarie alla distribuzione dei farmaci, autorizza quindi a poter lavorare in una farmacia, pubblica o privata; il secondo corso invece fornisce le competenze tecniche e scientifiche utili per operare nello sviluppo e nella produzione dei farmaci e di altri prodotti della salute, quindi è più incentrato sulla ricerca di laboratorio. In pratica gli esami da svolgere durante gli anni universitari sono più o meno gli stessi, solo che alla facoltà di Farmacia viene dato un maggior risalto alle materie biomediche, come fisiologia, microbiologia e farmacologia, mentre alla facoltà di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche prevalgono le materie chimiche. Comunque gli sbocchi lavorativi per entrambe le facoltà sono grossomodo gli stessi.
Una volta conseguito il titolo di studio però, non è ancora possibile svolgere la professione di farmacista, per fare questo bisogna prima superare l’esame di Stato.
Per poter accedere all’esame di Stato, i laureati in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche devono obbligatoriamente svolgere un tirocinio pratico semestrale presso una farmacia o in un ospedale, (sotto la supervisione di un medico), che invece i laureati in Farmacia hanno già svolto durante gli anni accademici.
L’esame di Stato solitamente consiste in una prova scritta in Chimica Farmaceutica e Tecnica Farmaceutica; tre prove pratiche con relazioni scritte sul riconoscimento e saggi di purezza di due farmaci, dosamento di un farmaco noto e spedizione di una ricetta.
Infine una prova orale per accertare la preparazione culturale e professionale del candidato.
Il superamento dell’esame di Stato porta all’iscrizione all’Albo Professionale, che dà l’abilitazione a svolgere il lavoro, in base al principio stabilito per tutte le professioni riconosciute dall’art. 33, quinto comma, della Costituzione; solo a questo punto è possibile iniziare l’attività. Un farmacista iscritto all’albo a questo punto avrà la possibilità di lavorare in farmacie pubbliche o private, in parafarmacie, e in tutte le attività che riguardano la produzione e il commercio di medicinali. Potrà trovare occupazione nelle università o in istituti scientifici, come professore o ricercatore, o nell’industria farmaceutica, nei settori di progettazione e di controllo della qualità e nella produzione di prodotti fitosanitari. Ma sono possibili anche sbocchi occupazionali al di fuori del settore del farmaco, ad esempio nella cosmetica o nella tossicologia.