Rispondere a questa domanda non è affatto semplice o scontato. Non esiste un corso per diventare hacker o un diploma che certifichi tale stato. Il concetto stesso di hacker è alquanto ambiguo in quanto può coinvolgere settori ed attività totalmente differenti tra loro.
Nell’immaginario comune un hacker è solitamente una persona schiva, solitaria che si diverte a smanettare col proprio PC intrufolandosi in reti protette al fine di rubare dati o nel peggiore dei casi provocare danni ai sistemi infranti.
In realtà si tratta di un’idea “romantica” dell’hacker che si è creata nel tempo grazie agli articoli che appaiono di tanto in tanto sui media tradizionali in concomitanza con frodi telematiche o intrusioni in banche dati sensibili. Nella pratica non esiste un profilo ben delineato di hacker.
Sotto questa etichetta si può nascondere una qualsiasi persona: dal comune impiegato per finire al tecnico super specializzato. Quello che li accomuna è sicuramente una spiccata curiosità. Una curiosità di tipo intellettuale che li porta ad approfondire e capire sempre più nel dettaglio le caratteristiche di un sistema preso in esame.
Per tornare alla domanda iniziale si potrebbe dire che si diventa hacker nel momento in cui ci si rende conto di aver una forma mentis che porta in maniera quasi automatica a chiedersi come funziona un sistema, di qualsiasi genere esso sia, con lo scopo di comprenderne il funzionamento e conseguentemente di scoprirne i limiti per poterli mettere alla prova e magari modificare il sistema stesso in base alle proprie preferenze.
Chiaramente l’informatica, le reti telematiche e tutto ciò che orbita in questo settore costituisce terreno fertile per tutti coloro che sviluppano questo genere di curiosità. L’idea di fare breccia in sistemi protetti ed entrare in possesso di dati rilevanti genera un senso di potenza e di gratificazione difficile da esprimere a parole.
L’atteggiamento che prevale solitamente è quello della sfida. Non c’è nulla che stuzzica di più l’appetito di un hacker di una nuova sfida contro un sistema ritenuto inviolabile. Paradossalmente l’azione degli hacker ha un risvolto positivo sulla sicurezza dei sistemi e del software che utilizziamo quotidianamente. Le loro incursioni consentono di scovare nuove falle e quindi permettono ai gestori di intervenire con patch o rimedi che mettano al sicuro i dati gestiti.
Non sono rari i casi in cui degli hacker dopo aver bucato un sistema si limitino a contattare l’amministratore dello stesso per avvertirlo della loro intrusione ed invitarlo a migliorare la sicurezza del sistema gestito. Naturalmente, esiste il rovescio della medaglia costituito dai cosiddetti cracker ovvero coloro che avendo conoscenze tecniche estremamente specifiche e di molto superiori alla media, sono in grado di violare sistemi con l’unico intento di rubare dati sensibili (come possono essere i numeri di carte di credito o i dati del nostro conto in banca) per poi utilizzarli in maniera fraudolenta nel modo che ritengono più opportuno.
Io credo che lo spirito hacker più verosimile sia quello di un bambino che cerca di capire come funziona il giocattolo che ha tra le mani. Se da piccoli avevate più interesse nello smontare il giocattolo appena ricevuto per vedere com’era fatto all’interno e capirne il funzionamento più che giocarci normalmente come farebbe un qualsiasi altro bambino allora è probabile che nel vostro cuore alberghi lo spirito di un hacker e che non ve ne siate ancora resi conto!
Nel caso siate incuriositi da questo mondo vi consiglio di leggere il libro di Kevin Mitnick, probabilmente l’hacker più famoso di tutti i tempi, intitolato “L’arte dell’inganno”. Si tratta di un vero e proprio best seller divenuto nel tempo un must per ogni “hacker” che si rispetti e che si definisce tale.
In alternativa la rete è una vera miniera di informazioni al riguardo, anzi costituisce la sorgente vera e propria da cui attingere in continuazione per intraprendere questa che molti non esitano a considerare uan vera e propria “arte”.
La ricerca può iniziare dal mitico sito www.2600.com portato avanti da una delle comunità più vecchie della rete attiva nell’hacking sin da tempi remoti quando ci si divertiva a “scroccare” le telefonate gratis dalle cabine telefoniche utilizando un generatore di suoni a frequenze stabilite (per l’esattezza ciò era possibile mediante un segnale alla frequenza di 2600 Hz da cui deriva il nome del sito).
Infine, esistono centinaia di libri (la maggior parte dei quali disponibili anche in formato ebook) dai quali è possibile reperire una marea di trucchi e consigli. Per scaricarli è semplicemente necessario digitare una query su google del tipo “hacker ebook list” per visualizzare decine e decine di siti che mettono a disposizione link dai quali effettuare il download dei testi digitali.